STEM Women Congress: sogni e sfide delle ragazze che scelgono la scienza
C’è chi arriva da Torino, chi da Roma, chi da scuole di periferia e chi da licei storici. Tutti con lo stesso obiettivo: capire se le materie STEM, scienza, tecnologia, ingegneria e matematica, possano davvero diventare terreno di possibilità per le nuove generazioni. E soprattutto per le ragazze. È questo il cuore pulsante dello STEM Women Congress 2025, che il 15 ottobre chiuderà il suo viaggio italiano con una giornata intensa, partecipata, piena di voci e visioni.Lo STEM Women Congress chiude il suo viaggio a Milano
Dopo un anno di tappe in giro per il Paese, il congresso internazionale dedicato all’inclusione femminile nei settori scientifico-tecnologici approda a Milano per il suo atto finale. La sede scelta è Palazzo Castiglioni, nel cuore della città, che per un giorno si trasformerà in spazio di ispirazione e confronto generazionale. A dare il via alla giornata, saranno i numeri, purtroppo, per nulla incoraggianti, ma con qualche sorpresa.Il divario che resiste, i dati che parlano
I dati raccolti mostrano che in Italia, solo il 16,8% delle donne tra i 25 e i 34 anni ha una laurea in ambito STEM, contro il 37% degli uomini. All’università, una su cinque sceglie corsi scientifici, con picchi minimi nell’informatica e nelle tecnologie ICT. Eppure, nel confronto europeo, l’Italia non è fanalino di coda: la presenza femminile nelle scienze naturali e matematiche è sopra la media. Un segnale che qualcosa si muove, ma che le barriere culturali e occupazionali restano forti.Gli stereotipi duri a morire
A commentare e arricchire questi dati, oltre all’ISTAT, ci saranno le analisi di Shibumi, realtà specializzata nell’osservazione del sentiment online su temi sociali, culturali e professionali, che hanno intercettato percezioni, conversazioni e trend digitali legati al mondo STEM. Questo contributo offre una lettura più emotiva e contemporanea del tema, evidenziando come stereotipi e aspettative sociali influenzino ancora molto le scelte delle ragazze ben prima dell’università.STEM Women Congress, voci che ispirano, storie che aprono strade
Il Congresso non è solo numeri, però. È soprattutto storie. Sul palco si alternano scienziate, artiste, divulgatrici, aziende e, soprattutto, giovani. «Con il Congresso di Milano vogliamo andare oltre il semplice confronto – ci spiega Morena Rossi, responsabile contenuti SWC 2025 – Vogliamo costruire un racconto collettivo, dove le STEM siano terreno di possibilità concreta». E così, la mattinata si apre con “Vissi d’arte e di scienza”, un dialogo tra immaginazione e ricerca, dove Stefania Bruni di Fem Digital mostrerà come le tecnologie neuro-cognitive possano diventare strumenti di apprendimento ed empowerment. Poi si passerà al panel “Intelligenza artificiale o ipnosi culturale?”, dove la discussione verterà su AI e didattica inclusiva. Il pomeriggio porta il pubblico “Dagli abissi alle stelle e ritorno”, con ospiti come Amalia Ercoli Finzi, pioniera dell’astrofisica e la figlia Elvina.Ragazzi e ragazze sono i veri protagonisti
Ma il vero cuore del Congresso sono i giovani incontrati durante le tappe locali. Il panel “STEP by STEM” è dedicato interamente a loro, alle loro esperienze, ai loro sogni. «Sono loro il cuore di questo percorso, sottolinea Laura Basili, presidente di Stem Women Congress Italia – È a loro che vogliamo offrire modelli positivi, affinché possano sentirsi liberi di scegliere le STEM come terreno di futuro». A dare colore alla giornata, anche la performance partecipativa di Giulia Caruso, artista che unisce tecnologia e creatività, riflettendo nelle sue opere l’energia e la resilienza femminile.Competenze, influencer e premi
Non mancheranno momenti ispirazionali, come l’intervento di Tecnolaura, influencer molto seguita dalle ragazze, e talk sul futuro delle competenze. La giornata si chiude con la consegna degli Award: un riconoscimento al talento e all’impegno di donne, startup e aziende che promuovono le discipline STEM. Un modo per dire che il cambiamento è possibile. E che passa anche da qui: da una sala piena di ragazze e ragazzi, da un palco che dà voce a chi spesso non ne ha, da un congresso che racconta, ma prova anche a costruire un nuovo genere di futuro.